Siamo tutti d’accordo: 31 punti in 12 giornate, nemmeno nelle più rosee aspettative. Una sola sconfitta in campionato, contro la capolista e otto volte vincitrice dello Scudetto: partiamo da qui per analizzare il secondo mini-ciclo di partite che ha visto l’Inter protagonista, a cavallo di ottobre e novembre. La prima settimana del nuovo mese poteva essere nefasta per Antonio Conte, ma dopo il tracollo di Dortmund la risposta della squadra contro il Verona ha scacciato i fantasmi di una prima micro-crisi, consegnando all’Inter la decima vittoria in dodici partite. Il miglior risultato nella storia della Serie A con i tre punti, così per dire. E comunque sei secondo.
Gli spunti dell’ultima settimana sono tantissimi: cosa non ha funzionato a Dortmund? Conte avrebbe potuto cambiare qualcosa, prima dell’ineluttabile tracollo? Se l’Inter non si fosse praticamente fatta un gol da sola, su rimessa laterale, sarebbe cambiato qualcosa o la rimonta sarebbe stata una conseguenza di un secondo tempo praticamente mai giocato? C’è un ampio spazio dedicato anche allo sfogo di Conte post-partita, che tuttavia non va letto ingigantendo le intenzioni del tecnico. Seppur dialetticamente scomposto, l’obiettivo era chiaro: sottolineare delle mancanze strutturali per potenziare il futuro. Chi ci ha letto critiche ai giocatori, buca nell’acqua (o parla in malafede): la risposta dei suoi è stata eccezionale, perché è proprio da giocatori come Barella e Sensi che Conte si aspetta la svolta. Ma non si può pretendere da loro la Luna. Questo il Conte-pensiero, che abbiamo provato ad analizzare.
Infine, i tre punti col Verona: agguantati con le unghie e con i denti, raccontano tanto di questa Inter che non molla mai: ci sono state diverse fasi nella partita e ci siamo soffermati su ciascuna di esse, dal controllo dei primi minuti del Verona al 7-3-0 con cui si difendevano, fino alle prestazioni di Lukaku e Lautaro, ormai spesso sottovalutate. La coppia di attaccanti più in palla del campionato non ha segnato, ma ha permesso alla squadra di proporre una manovra coerente e continuativa: Big Rom sta entrando in forma nel momento decisivo della stagione, in cui si devono serrare i ranghi per rimanere nello specchietto della Juventus fino a gennaio e bisogna giocarsi il tutto e per tutto in Champions League. E se adesso c’è la pausa, non disperate: la puntata extra-large de L’Orologio è pronta a tenervi compagnia, con una sorpresa (canora, ahinoi) a inizio puntata e un messaggio di pace e speranze negli ultimi minuti dell’episodio 72.