La partita contro la Sampdoria è probabilmente la migliore prestazione della stagione e non per il risultato o per la facilità con cui sia arrivato, ma per i movimenti e le idee che si sono viste in campo al Ferraris di Genova. Una prestazione che viene dopo qualche uscita incolore dei nerazzurri e poco prima di una settimana di fuoco che attende Conte e i suoi.
IL TERZO UOMO – L’inserimento di Sanchez dall’inizio ha dato sin da subito l’impressione di avere un impatto migliore sulla velocità della manovra nerazzurra con Lautaro e Sanchez in grado di distinguere le varie azioni e interpretare al meglio chi dei due dovesse fare da collante e chi dovesse attaccare la profondità allungando in maniera sensibile la difesa tanto fisica della Sampdoria. Questa ritrovata suddivisione degli spazi che ha permesso ai nerazzurri di attaccare con più velocità ha consentito agli uomini di Conte di trovare maggiori spazi di inserimento di uomini terzi. Sensi il più delle volte ha potuto usufruire degli scarichi su di lui, ma soprattutto questo si è visto nell’occasione del gol annullato a Candreva. La palla dall’esterno arriva verso il centro dove un velo a venire incontro e una palla al bacio di prima consentono di trovare il buco nella difesa doriana incapace di suddividersi gli spazi e solo per una questione di centimetri non ha consentito a Candreva di trovare la gioia del gol.
LautaNO – Se da un lato i movimenti di Martinez sono stati molto interessanti, forse migliori di quanto visto sin qui con Lukaku, quello che sicuramente è da sistemare è la freddezza sotto porta, specialmente perché questa ha inciso negativamente sulla seconda metà di gara. Un’altra volta Sanchez e Martinez si dividono lo spazio egregiamente con il cileno che viene incontro e Lautaro che scappa sul lancio in verticale ritrovandosi a tu per tu con Audero sprecando una clamorosa occasione che poi culminerà con l’espulsione per doppio giallo di Sanchez. Lautaro conclude con 0.58 xG, poco meno di Alexis, ma nonostante questo ha terminato la gara a secco. Un neo su cui lavorare dato che di media l’argentino nelle sei apparizioni collezionate in campionato realizzerebbe 0.71xG ogni 90′, per un totale di 2.59xG sebbene il suo tabellone realizzativo personale sia fermo a quota 1, il gol contro il Cagliari. Numeri migliori anche di quelli di Lukaku sui 90′, ma che non vengono concretizzati e rischiano di costare caro alla lunga perché sappiamo che l’Inter non sempre è stata in grado di gestire adeguatamente le partite.
ANTONIO, IL CONTE DEI CAMBI – L’Inter magari nella storia non ha mai gestito bene situazioni in apparenza facili, ma Conte ha fondato un’Inter “Crazy no more”. E allora dopo un uno-due di pugilistica fattura dato dal rosso e dal gol di Jankto ha provveduto a cambiare subito un cambio normalissimo, sebbene l’Inter fosse in inferiorità numerica: Lukaku per Lautaro, per dare più peso davanti e aprire maggiormente la difesa della Samp. Mossa perfetta: tempo 60′ e Lukaku si allarga per dialogare sull’out di sinistra e Gagliardini, terzo uomo anche lui nel dialogo fra Lukaku e Brozovic, si trova in mezzo all’area di rigore con metri a disposizione per poter concludere. I cambi hanno dato tranquillità all’Inter senza farla abbassare di un centimetro e nessuno avrebbe mai scommesso un centesimo che potesse accadere.