Ascolta “Ep. 79 – Dalla terra di Amleto, con amore” su Spreaker.
Shakespeare insegna: “Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere”. E questa è l’Inter di Antonio Conte: seconda in classifica con 46 punti, terza miglior prestazione in un girone nella storia della società. A questo ritmo, la squadra finirebbe il campionato a 92 punti: uno in più del Napoli di Sarri che contese lo Scudetto alla Juventus fino all’ultima giornata.
L’Inter ha un organico meno complesso di quel Napoli e una potenza di fuoco minore: Conte è stato un fattore determinante per questa squadra, ha spremuto il 110% da ogni singolo calciatore in rosa. Adesso ha bisogno di un aiuto concreto, che Marotta e Ausilio stanno concretizzando in queste settimane: i nomi sono i soliti nomi, il timing è incerto. Che effetto avranno sull’Inter e sugli obiettivi stagionali?
È stata una settimana ricca per Conte che ha raccimolato 4 punti in due partite dal peso specifico enorme: se contro il Napoli ci sono state molte cose positive, contro l’Atalanta l’aspetto più incoraggiante è il non aver perso una gara che nel secondo tempo si era fatta molto complicata. Ci sono stati spunti tattici interessanti: dalla mole di gioco che passa attraverso Lukaku alla mossa di alzare de Vrij in impostazione, quando l’Inter parte dal basso: eppur si muove, l’Inter si ramifica, lo scontro Scudetto ad altissima quota si intensifica. E si gioca colpo su colpo.
Certo è che l’Inter non deve smettere di correre. Ecco che si spalancano le porte della gara contro il Cagliari (in Coppa Italia) e contro il Lecce, per continuare lì dove è cominciato tutto: contro la squadra di Liverani Conte ha messo in moto la sua macchina, un girone dopo deve confermarsi in trasferta per mantenere quella credibilità che si è guadagnato e che può spendersi a più livelli: dalle richieste di mercato, al potersi giocare l’obiettivo grosso.
Dalla terra di Amleto, con amore, è tutto.