Partiamo dall’unico dato di fatto che ci restituisce Roma-Inter: l’Inter centra l’obiettivo stagionale con quattro giornate di anticipo. Alle tabelle Scudetto lasciamo giocare gli altri, ma quello che ha fatto l’Inter di Conte è sicuramente uno step importante rispetto alle due stagioni precedenti in cui il risultato è stato centrato con patemi enormi dopo ultime giornate al cardiopalma. In un certo senso l’Inter non è stata “Pazza” come al solito, ma le singole partite – quella contro la Roma non è l’ultima di questa lista – restituiscono una fotografia di una squadra che deve migliorare nella gestione delle gare, dei big match in primis, su cui lavorare prepotentemente in vista della prossima stagione in cui il passo in avanti richiesto e atteso sarà un altro. Ma andiamo per ordine e ragionammo su quello che ha detto la gara con la Roma.
LA SORPRESA – Conte a centrocampo, recuperato Barella, non rinuncia al trequartista, ma non lo ricopre né Eriksen né Borja quel ruolo, bensì Brozovic con l’ex Cagliari e Gagliardini lasciati in mediana. Evidentemente questa disposizione in campo non porta i suoi frutti con Brozovic mai in grado di collegare i due reparti e il duo italiano in balìa di Diawara e Veretout che coadiuvati da Mkhitaryan hanno avuto la meglio nella zona nevralgica del campo approfittando di una superiorità numerica che ha concesso ai giallorossi di imbastire meglio la propria manovra. Nonostante questo, però, l’Inter ha trovato il gol con il solito Stefan “faccio solo gol pesanti” de Vrij. Ma il vantaggio dell’Inter appare sin da subito effimero perché dopo un inizio perlomeno interessante del triangolo mediano con Brozovic che ha solo compiti di pressing, ma non difensivi, gli equilibri vengono meno anche per una prestazione della fascia destra – non che quella sinistra abbia fatto meglio -. Ne è un esempio lampante il gol del pareggio della Roma: al momento della sponda di Dzeko per Spinazzola sia l’esterno ex Atalanta che Pellegrini erano soli ai lati dell’area di rigore in posizione ottimale per ricevere. Se il secondo è lasciato completamente solo da un assente Young, il primo è libero per due letture sbagliate: la prima è di Gagliardini che come Brozovic con Ansu Fati al momento dell’uscita di Skriniar rallenta la corsa fiducioso dell’intervento dello slovacco, la seconda è di Candreva che chiude troppo in fretta la diagonale – considerato anche lo stop sbagliato di Mkhitaryan – creando un 4 vs 2 lasciando Spinazzola libero. Poi va dato atto a Dzeko di aver dato una palla che chiedeva solo di essere spinta in porta.
LA ENNESIMA NON REAZIONE – Il gol subito nel recupero destabilizza psicologicamente l’Inter che non reagisce e si trascina in completo sbaraglio sino al 67° almeno, quando le fasce vengono rivoluzionate e torna in campo Lukaku. Nel frattempo il secondo assist di Dzeko per Mkhitaryan sembrano scoraggiare del tutto i nerazzurri che si affidano sempre e solo a incursioni laterali con cross nemmeno troppo pericolosi da parte anche di Eriksen subentrato al 69° al posto di uno spento e svagato Gagliardini. In questo frangente la Roma crea la narrazione di partita da vincere con merito, va dato atto a Fonseca di aver messo una squadra in campo in grado di approfittare delle disattenzioni degli avversari giocando sui suoi punti deboli. Il gol del pareggio su rigore di Lukaku, restituisce un risultato probabilmente scorretto agli occhi dei più, ma tutto sommato meritato dai nerazzurri che con l’ingresso soprattutto di Moses sulla destra hanno mandato in confusione Spinazzola e il reparto arretrato dei giallorossi.
Questa gara, se ce ne fosse bisogno, evidenzia maggiormente le aree su cui lavorare per la squadra della prossima stagione dal punto di vista tattico: Hakimi sarà utile come l’acqua nel deserto e un cambio di livello a Young saranno necessari. In mezzo bisogna trovare necessariamente un upgrade rispetto a Gagliardini a prescindere da quali saranno i tre titolari nel ruolo per Conte e davanti serve dare supporto a Lukaku a livello di rotazioni, nonostante il 7° assist di Sanchez in stagione. Per quanto riguarda il resto è stato chiaro Conte nel post-partita.