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Non ci si può esimere, è evidente che la situazione sia arrivata al punto di rottura e ogni giorno passato a evitare l’argomento è semplicemente deleterio. Un vano tentativo di nascondere la polvere sotto il tappeto col solo rischio che al primo movimento strano tutta la stanza torni a impolverarsi.
Per anni è stato anche un punto di forza dell’Inter, non lo si deve negare, non è giusto fare revisionismo storico né in uno né in un altro senso.
Noi stessi abbiamo detto a più riprese (ne parlavamo nel gennaio 2019) come il portiere sloveno avesse fatto anche dei progressi nonostante un’età in cui raramente si vedono dei passi in avanti in un giocatore, ma adesso è giunto il momento di discutere di quanto sia sensato e opportuno continuare in questa maniera.
Nei 180 minuti fra Napoli e Spezia l’Inter ha subito 2 gol subendo 1 tiro in porta, non sono stati concessi più di 1,72 xG e si ritrova con 3 gol al passivo e non si può sempre ricorrere al reparto per giustificare rendimenti simili.
Le settantatré parate di Handanovic in campionato (fonte dati UnderStat) valevano per 6,82 xG: vale a dire che ogni tiro parato dal’ex Udinese valeva 0,09 xG, un dato francamente risibile e nella media (basti pensare che Donnarumma con 13 parate in più ha un valore di xG per tiro parato di 0,11, salvando il Milan da 9 gol in teoria). Questo vuol dire che le parate fatte da chi è in porta nell’Inter sono per lo più di ordinaria amministrazione.
Ma analizziamo i gol subiti e vi chiediamo un minimo di concentrazione perché potrebbe non essere immediato il ragionamento.
L’Inter ha subito 29 gol in stagione, il valore teorico di questi tiri che si sono tramutati in gol è però di 11,02 xG. Per correttezza di analisi togliamo dal novero dei gol subiti i tre rigori che hanno un valore di 0,76 xG ciascuno e dunque i 26 gol su azione presi dall’Inter hanno un valore teorico di 8,80 xG complessivo e ogni singolo tiro tramutatosi in rete avversaria ha un valore di 0,33 xG. Un valore decisamente più alto di quello dei tiri parati a dimostrazione che su azione il portiere nerazzurro difficilmente ha salvato un gol praticamente fatto e che in generale la difesa dell’Inter concede realmente poco agli avversari.
Mettiamo questo dato a paragone con altri portieri della Serie A:
Donnarumma: 35 gol subiti su azione; 10,54 xG Totali; 0,30 xG Per tiro
Szczesny/Buffon 25 gol subiti su azione; 7,4 xG Totali; 0,29 xG Per tiro
Gollini/Sportiello 38 gol subiti su azione; 11,31 xG Totali; 0,30 xG Per tiro
Questo cosa vuol dire? Che l’Inter nonostante un vantaggio rincuorante, nonostante una striscia di 11 vittorie consecutive e un girone di ritorno da imbattuta non ha un sensibile apporto dal suo portiere, ma che la differenza fra le diverse rose a vantaggio di quella dell’Inter e un anno negativo dal punto di vista difensivo dell’altra miglior difesa – quella della Juventus – ha agevolato il cammino nerazzurro.
Nessuno pretende che per segnare ad Handanovic serva per forza farlo a porta vuota, ma che a coprire una difesa che fa segnare solo su azioni davvero pericolose ci sia un portiere che possa rimediare ad alcune di esse.
E prendiamo a paragone Ederson, il portiere del City, squadra che come l’Inter ha creato un solco fra sé e le inseguitrici nel proprio campionato.
Il portiere brasiliano del City ha subito 17 gol su azione corrispondenti a 6,41 xG il che vuol dire che per segnare su azione al City bisogna generare tiri da 0,38 xG, un valore ben più elevato di quello dell’Inter e soprattutto molto più elevato rispetto alle avversarie.
E questo per andare a parlare di quello che secondo molti è da sempre il punto di forza di Handanovic: le parate. Se anche quello che da sempre si sosteneva essere il punto di forza, ovvero la reattività fra i pali, la capacità di abbassare la serranda agli avversari, è diventato un punto di contesa fra le varie parti bisogna comprendere che si è arrivati alla fine.
Bisogna ringraziare per quello che è stato, ma bisogna andare avanti.
Continuare a discutere anche quando le certezze smettono di essere tali fa solo del male a tutti.