Quando è arrivato all’Inter, tutti ci ricordiamo la pomposità con cui Gabriel Barbosa è stato presentato. L’incontro congiunto tra la società e Pirelli, l’auditorium pieno per celebrare quello che sarebbe dovuto essere l’erede di Ronaldo. Le cronache dell’anno seguente sono impietose su come si è evoluta la stagione del numero 97 nerazzurro, relegato in panchina a causa di un adattamento mai del tutto riuscito. Dopo il fragoroso patatrac dell’anno De Boer, Gabigol ha cominciato un lungo pellegrinaggio che l’ha riportato al Santos, la squadra che l’ha lanciato. La stagione di Barbosa all’Inter è francamente ingiudicabile, sia per lo scarso minutaggio sia perché è stato spesso utilizzato da esterno, sia perché non ha mai avuto modo (anche per demeriti suoi) di essere schierato con continuità.
L’immagine di Gabigol all’Inter è quella di un giocatore inconsistente, incapace di giocare semplice perché sembrava che ad ogni tocco di palla dovesse giustificare l’investimento fatto per lui. Un giocatore acerbo in un contesto confuso come quello del primo anno della gestione Suning non poteva durare: Luciano Spalletti ha avuto modo di testarlo in qualche allenamento, ma poi ha preferito farlo partire verso il Benfica, dove non è riuscito a ricalibrare il suo talento. Gabigol torna al Santos nel gennaio del 2018 come l’ombrosa controfigura del talento che ha vinto le Olimpiadi di Rio.
All’inizio, nemmeno in Brasile le cose sembrano funzionare: Barbosa non riesce a trovare il gol e i tifosi arrivano a fischiarlo, anche perché il Santos è rimasto per oltre metà stagione nelle zone basse della Serie A brasiliana, con il concreto rischio della retrocessione. I tifosi erano arrivati a cantargli: “Non abbiamo bisogno di te”. Il cambio di allenatore ha giovato all’annata di Gabigol, soprattutto perché il nuovo tecnico Cuca ha attuato un cambio di formazione che potrebbe aver svoltato la carriera del ventunenne brasiliano. Anche perché da quel momento, Gabriel ha segnato 13 gol in 20 partite, muovendosi in maniera totalmente diversa rispetto al resto delle sue apparizioni.
Innanzitutto, durante i suoi mesi in Brasile ha finalmente iniziato a semplificare il suo gioco. Si è visto dialogare molto di più con i compagni, muovendosi in zone centrali del campo. Gioca a due tocchi e sembra avere più controllo del suo corpo e dei momenti della partita. Negli ultimi metri ha riscoperto una nuova vena realizzativa, reagendo meglio agli aggiustamenti della difesa e non andandosi più a schiantare come un treno contro un muro ma aggirando il marcatore e facendosi trovare tra le linee. È interessane anche il suo modo di giocare spalle alla porta, per partecipare alla manovra. Come tutti gli attaccanti giovani, pecca nelle scelte a ridosso della porta avversaria: predilige il tiro al passaggio, ma dovrà tenere la sua media realizzativa alta per giustificare questa tendenza.
Arrivati fino a qui, la domanda che vi starete facendo è: Gabigol è adatto al calcio europeo? Probabilmente sì, ma non con i ruoli in cui l’abbiamo visto all’Inter o al Benfica. C’è bisogno di una squadra che investa su di lui e sia disposta a modificare alcuni dinamiche di gioco per renderlo più partecipe alla manovra e “attivarlo” con un maggior numero di tocchi del pallone. In questo momento, l’Inter dispone di due prime punte: Mauro Icardi e Lautaro Martinez si sono meritati l’assoluto protagonismo per una maglia da titolare. Difficile credere che Spalletti possa rinunciare a uno dei due per accogliere Barbosa, soprattutto perché in tre mesi a Milano Martinez è sembrato un giocatore pronto, da affinare. Gabigol è ancora un progetto, qualcosa da costruire strada facendo. Più che la posizione tattica, è stato questa la vera incomprensione su cui si è basata la sua fallimentare prima esperienza all’Inter. Ce ne sarà un’altra?
Quale sarà la decisione più saggia da intraprendere nel momento in cui Gabriel Barbosa tornerà inevitabilmente a Milano dopo il suo prestito? Posto che la permanenza in rosa appare complicata e sarebbe deleteria vista l’abbondanza nel ruolo, bisogna capire il da farsi in futuro con un investimento della portata di Gabigol anche per non incorrere in una minusvalenza dettata da una sua cessione per un valore inferiore del valore a bilancio (inferiore ai 20M). Allora l’idea più facilmente percorribile è quella di non disperdere il potenziale del giocatore cedendolo in prestito nel tentativo di mettere in mostra il suo valore reale e – perché no – migliorare per provare a rientrare nei piani dell’Inter di Spalletti.
E allora proviamo a pensare a delle soluzioni che non solo possano accogliere Gabriel Barbosa in prestito, ma che gli diano la forza per esprimersi su numeri simili a quelli raccolti in Brasile.
La conditio sine qua non per rendere appetibile sotto qualsiasi aspetto un giocatore che deve riscattarsi in Europa è che possa esprimersi con continuità in un campionato probante sotto ogni aspetto, tecnico e soprattutto tattico. Questa condizione fa sì che il prestito ideale per valutare realmente le potenzialità di Gabriel Barbosa risulti essere la Serie A perché si può ben capire vedendolo giocare nel campionato italiano se e quando può essere pronto per rientrare alla base prima di deporre definitivamente le speranze nei suoi confronti.
Non tutti i prestiti in Italia, però, sono adatti a lui e l’Inter lo sa per esperienza personale: sono tantissimi i giocatori usciti dai nerazzurri con la speranza di giocare tanti minuti, ma per innumerevoli ragioni questo non è successo, pertanto bisogna scegliere oculatamente la destinazione. Su tutti occorre destinare il brasiliano in una squadra che non gioca per salvarsi, ma che possa permettersi esperimenti perché in una situazione di classifica tranquilla e con delle basi solide. Già questo riduce parecchio la scelta e se a questo si aggiunge la condizione che si tratti di una squadra disposta a lavorare insieme all’Inter, il tutto si riduce ulteriormente e noi abbiamo identificato due soluzioni plausibili per un prestito in Serie A: il Parma e il Sassuolo.
La prima si andrebbe a infilare nel solco di quella che è la “Sindrome Adriano”: un giocatore giovane di belle speranze che però non riesce a esprimersi in un ambiente caotico come Milano e l’Inter potrebbe trovare nella dimensione ducale il suo habitat naturale e con D’Aversa che gioca con il 433 il tutto potrebbe rivelarsi quantomeno interessante. Al Parma, attualmente in una situazione di classifica tranquilla, avere un asset simile potrebbe rappresentare un upgrade rispetto a Siligardi e poter giocare con Gervinho-Inglese-Gabigol, sebbene possa pregiudicare all’inizio l’equilibrio dei movimenti, potrebbe rivelarsi interessante. I minuti Gabriel Barbosa li otterrebbe facilmente inizialmente partendo dalla panchina per poi prendersi il posto, proprio come sta accadendo con Bastoni e come stava iniziando a verificarsi con Dimarco prima dell’infortunio: Inter e Parma hanno stretto una sinergia interessante e i nerazzurri potrebbero anche imbastire un prestito di 18 mesi per valutare con l’assoluta calma la crescita del brasiliano avendone pienamente il controllo senza ledere troppo il rendimento del Parma che potrebbe beneficiare serenamente delle sue prestazioni per un periodo considerevole. Tecnicamente a Parma sotto la guida di D’Aversa il giocatore che rientrerà dal Santos a gennaio potrebbe migliorare la lettura delle situazioni chiave della partita gestendo al meglio anche la divisione degli spazi in un modulo similare a quello nerazzurro, seppur con caratteristiche diverse e potrebbe diventare il go-to-guy dei parmensi, proprio come accadde ad Adriano nel suo stint al Tardini.
L’altra soluzione, quella relativa al Sassuolo, è molto intrigante, sebbene più difficilmente percorribile: l’arrivo di Marotta potrebbe distendere le relazioni fra le due proprietà che hanno in ballo anche il riscatto di Politano la prossima estate e potrebbe rendere appetibile il brasiliano in quest’ottica. Non si tratterebbe di prestito a lungo termine come quello ipotizzato con il Parma perché il Sassuolo ha delle mire diverse dai corregionali, ma potrebbe prendere un arrivo in prestito per 6 mesi con un riscatto estivo che andrebbe a scontare quello previsto per Politano dando comunque all’Inter la possibilità di mantenere una prelazione – la c.d. Recompra – sul giocatore per evitare di perdere il brasiliano nel caso in cui dovesse esplodere sul suolo italico. Tatticamente dare un giocatore con le potenzialità di Gabriel Barbosa a De Zerbi rappresenta uno scenario entusiasmante: la duttilità tattica del tecnico ex Benevento, unito ai suoi principi Guardiolani di pressing alto e recupero del pallone si sposa bene con quelle che sono le richieste di Spalletti alla sua squadra e potrebbe dare un’infarinatura necessaria a Gabigol da questo punto di vista. Il tutto considerando che al Mapei Stadium – da sempre un ambiente favorevole allo sviluppo dei giovani – potrebbe giocare con colleghi di rango come Boateng che possono aiutarlo nella gestione comportamentale e anche nello sviluppo personale della propria carriera e non solo professionale.
Ovviamente l’Inter prenderà la decisione che riterrà migliore sia che si tratti di prestito che di cessione definitiva, ma questi due scenari ipotizzati dopo aver letto anche dei suoi miglioramenti recenti in madrepatria possono essere una buona soluzione per quello che dall’essere un investimento importante per il futuro si è trovato a essere un problema dalla difficile definizione.